25 marzo 2020.
#Dantedì – La dolina carsica del Pulo di Altamura dialoga con Dante dal profondo del suo inferno
Le affinità immaginifiche tra l’Inferno di Dante Alighieri e il Pulo di Altamura (BA), la più grande dolina carsica dell’Alta Murgia, riguardano principalmente la rispettiva morfologia:
- una profonda depressione originata dall’azione erosiva dell’acqua piovana esercitata sulle rocce calcaree nel caso del Pulo, una voragine infernale formatasi per l’orrore provato dalle terre emerse a contatto con la caduta di Lucifero, respinto dal Paradiso.
- il Lucifero dantesco giace conficcato nel centro della Terra, nel punto più lontano da Dio, immerso fino al busto nel lago sotterraneo di Cocito, il quale è perennemente congelato a causa del vento gelido prodotto dal continuo movimento delle sue sei ali. Dal suo canto, il Pulo è il punto più basso di una vasta area di scolo delle acque piovane, la quale sopraggiunge attraverso le due lame, una a nord-est ed una a nord-ovest. Tale bacino idrografico costituisce, secondo il noto studioso Colamonico, “una delle più ampie zone d’assorbimento che si trovino in tutta la Puglia”.
- L’Inferno descritto da Dante Alighieri è una profonda cavità a forma di imbuto “un’immensa voragine a forma di cono rovesciato, che si spalanca nelle viscere della terra sotto la città di Gerusalemme, nell’emisfero settentrionale della Terra”; similmente il solco erosivo del Pulo, situato a nord-est, più di due milioni di anni fa si ritiene fosse sotterraneo e che avesse il suo recapito finale in un inghiottitoio allargatosi via via in tal misura fino a collassare.
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