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Per mare. Approdi e naufragi

dal 15 febbraio al 30 marzo 2020

Per mare. Approdi e naufragi

Mare nostro che non sei nei cieli
e abbracci i confini dell’isola e del mondo,
sia benedetto il tuo sale,
sia benedetto il tuo fondale.
Accogli le gremite imbarcazioni
senza una strada sopra le tue onde,
i pescatori usciti nella notte,
le loro reti tra le tue creature,
che tornano al mattino con la pesca
dei naufraghi salvati.

Erri de Luca

Dal 15 febbraio al 30 marzo 2020, il Castello svevo di Bari accoglierà nuovamente l’esposizione Per mare. Approdi e naufragi, una mostra a più facce sul tema della migrazione e del dolore che questa esperienza racchiude. Attraverso una serie di installazioni, i quattro artisti coinvolti manifestano con il loro contributo di solidarietà e partecipazione la solitudine e lo sconforto di coloro che sono stati costretti a lasciare le loro terre per affermare il sacrosanto diritto alla dignità della vita.

Accogliere i 20 mila profughi della nave Vlora nel 1991 è stato per la città di Bari un fatto storico di grande civiltà. Duli Caja, albanese anche lui, lo ricorda nel suo grande arazzo Esodo – Il Dolore, popolato di bottoni/persone che testimoniano lo stato psicologico di chi sa di aver compiuto un’impresa più grande di lui.

L’accoglienza dei naufraghi della Adriaticu Dures a Bari nel 1997 è stata per Beppe Gernone un’esperienza di giovane reporter che ha lasciato il segno di una vera partecipazione dentro ognuno dei suoi scatti fotografici.

Lo stesso naufragio della Kir ha spinto Nicola Genco, tanti anni dopo, a ricordare ancora che quei 81 morti in mare, 81 “anime bianche”, hanno rincorso un sogno che non si è mai tramutato in futuro.

Infine, le opere di Romolo Belvedere riassumono il cammino di un’umanità stanca, ferita e incerta sul suo futuro. Il letto improvvisato e sempre provvisorio del migrante, fatto di una miriade di soldatini di plastica, evoca il campo di inutile battaglia che agita i suoi sogni.

Queste istallazioni sono tutte segni indelebili della sensibilità degli artisti a diventare spontaneamente testimoni e difensori dei diritti umani e civili dei popoli migranti. Il loro è un messaggio di accoglienza e di inclusione negli spazi della vita.

La scelta di riproporre queste opere al Castello Svevo di Bari, con lo stesso titolo, dopo l’evento che le ha presentate in maniera più ampia nell’estate scorsa, vuole essere l’occasione per ricordare gli eventi descritti, perché se ne rimarchi l’incisività nella vita sociale italiana e vuole contribuire dal punto di vista culturale ed artistico alla riflessione sui valori dell’accoglienza e del rispetto dei diritti umani, in concomitanza con Mediterraneo, frontiera di pace, l’incontro di tutti i Vescovi del Mediterraneo che si terrà presso il Castello di Bari dal 19 al 22 febbraio prossimi.