Ministero della Cultura

Direzione generale Musei

Castello Svevo di Bari – Direzione regionale Musei nazionali Puglia

Direttore Generale Avocante
Prof. Massimo Osanna

Delegato alla direzione
Arch. Francesco Longobardi

Via Pier l’Eremita, 25/B, 70122 Bari
+39 0805285231

drm-pug@cultura.gov.it
drm-pug@pec.cultura.gov.it

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Anfiteatro Romano di Lecce

Progetto PNRR – Misura 1.2

Finanziamento economico:

1.500.000,00€

RUP: arch. Antonio Zunno

Direttore lavori e coordinamento della progettazione:

arch. Michela Catalano

Direttore scientifico:

dott. Giuseppe Muci

(Funzionario archeologo)

Progettazione e direzione operativa specialistica:

RTP arch. Marcello Macagnano

ing. Massimo Macagnano

arch. Giulia Monte

dott. geol. Valter D’Autilia

Progettazione esecutiva e specialistica strutturale:

ing. Massimo Macagnano

Direzione operativa:

dott.ssa Luisa Rosato

(Funzionario restauratore)

dott.ssa Eleonora Crimi

(Funzionario restauratore)

Collaudo statico:

arch. Pietro Copani

Impresa esecutrice:

Marullo Costruzioni s.r.l.

Anfiteatro Romano di Lecce

Restauro, riduzione delle vulnerabilità, miglioramento dell’accessibilità dell’Anfiteatro romano di Lecce

Introduzione

A luglio 2025 è stato concluso il terzo lotto dell’intervento denominato “Restauro, riduzione delle vulnerabilità e miglioramento dell’accessibilità” condotto dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto. I lavori hanno consentito il recupero di 5 arcate, gravemente compromesse dal punto di vista statico, nonché di singoli blocchi che costituiscono i piloni dei fornici, garantendo la loro conservazione nel tempo e una maggiore sicurezza del percorso di visita. Inoltre, grazie all’inserimento di rampe modulari e di una scala con gradino agevolato, è stato possibile creare un accesso fruibile anche da parte di persone con disabilità motoria.

 

Approccio Metodologico

Questi ultimi lavori sono stati preceduti da un “Intervento di somma urgenza finalizzato alla messa in sicurezza degli accessi all’ambulacro ai fini della sicurezza antropica” e da un “Intervento di somma urgenza finalizzato alla messa in sicurezza dei fornici del porticato”. In particolare, il Lotto 2 è diventato il cantiere pilota grazie al quale è stato possibile studiare e approfondire le caratteristiche costruttive del monumento e dei materiali edili che lo costituiscono, analizzare le cause delle criticità superficiali e strutturali e valutare le soluzioni conservative più adeguate e maggiormente adatte alla fruizione, consentendo un’adeguata valorizzazione dell’edificio. Dopo le fasi di reperimento del materiale documentario di studio e di esecuzione di indagini diagnostiche, sono state messe a punto specifiche strategie integrate di conservazione delle superfici e di miglioramento strutturale, mettendo a punto anche soluzioni innovative. I lavori sono stati guidati da una visione progettuale basata sul minimo intervento e sulla massima conservazione della materia originaria, sulla preferenza di sistemi esterni, visibili, monitorabili, reversibili e cromaticamente integrati, sulla scelta di interventi specifici e differenziati in funzione delle criticità da affrontare, sulla selezione di materiali compatibili con quelli originari e sulla messa a punto di strategie integrate di intervento, con sperimentazioni operative.

 

Obiettivi del progetto

I lavori hanno cercato il mantenimento dei precedenti interventi, limitando al massimo le sostituzioni degli elementi compromessi. Gli interventi di “scuci-cuci” sono stati realizzati solo per i blocchi particolarmente degradati. Sono stati inseriti puntelli permanenti a vista e sottarchi con struttura in acciaio inox per sostenere gli elementi instabili, permettendo la massima conservazione del materiale originario e una gradevole riconoscibilità dell’intervento. Infine, non sono mancate sperimentazioni operative innovative: in base al sistema CAM (Cuciture Attive dei Manufatti), i conci particolarmente compromessi hanno ricevuto delle “fasciature” con sottili nastri in acciaio, un sistema già ampiamente utilizzato in edilizia per rinforzi strutturali e miglioramenti sismici.

Un altro obiettivo del progetto è stato creare un nuovo accesso all’anfiteatro direttamente da piazza Sant’Oronzo, restituendo all’edificio la sua importanza monumentale rispetto ad uno dei luoghi nevralgici della città. Di conseguenza, è stata creata una piazzetta di accesso, corredata da biglietteria in vetro e acciaio al piano strada, nel cui livello sottostante, invece, sono stati collocati i servizi igienici, che in precedenza non erano mai stati realizzati. Lungo il muro di contenimento occidentale è stata creata una rampa d’accesso, con sviluppo curvilineo, priva di fondazioni ma con strutture autoportanti in appoggio per rispettare il banco roccioso. L’impianto elettrico e di illuminazione è stato integrato nelle strutture di nuova installazione o sfruttando gli alloggiamenti esistenti, per limitare al massimo l’impatto visivo. Una rampa con gradini modulari, funzionale a superare un notevole sbalzo di quota, garantisce ora l’accesso all’arena anche a persone con disabilità motoria.