Museo Archeologico Nazionale di Mattinata ``Matteo Sansone``
Il Museo Archeologico Nazionale di Mattinata “Matteo Sansone”, allestito negli ambienti dell’ex Museo civico, concessi dal Comune alla Direzione Regionale Musei Puglia, ospita la collezione archeologica donata dalla famiglia Sansone allo Stato italiano nel 2022. La collezione è composta da circa 2500 manufatti ceramici, metallici, litici, numismatici, provenienti in massima parte dalla provincia di Foggia, in particolare dal Gargano e dall’area della piana del Tavoliere, che rimandano soprattutto alla locale cultura dei Dauni, cui appartiene anche un nucleo di frammenti di stele, alcuni provenienti da Monte Saraceno.
Cenni storici
Il farmacista di Mattinata Matteo Sansone, il noto “speziale” (1916-1992), la cui collezione è considerata una fra le più importanti raccolte private della Puglia, sia per la quantità di materiali che per interesse scientifico che riveste, venne allevato, poiché orfano di padre, da uno zio che aveva ereditato la collezione da monsignor Azzarone, sviluppando un forte attaccamento per le antichità e per il proprio territorio. La raccolta si è dunque venuta formando in varie epoche e in diverse occasioni e la sua grande popolarità si deve non solo al pregio del materiale archeologico di provenienza prevalentemente locale, ma soprattutto alla singolare collocazione all’interno della Farmacia di famiglia, che ne evidenzia il carattere antiquario e ne rende improponibile lo smembramento.
La passione e l’esperienza maturata dal Sansone nel corso degli anni, di cui ne è un esempio la partecipazione agli scavi presso la basilica di Santa Maria di Siponto nel 1935, era ben nota agli studiosi del suo tempo, come dimostrano la nomina ad Ispettore Onorario per le Antichità e Belle Arti per nomina del Soprintendente Bartoccini e la collaborazione con i membri della Missione Archeologica Garganica del dopoguerra (Cleto Corrain, Ferrante Rittatore Vonwiller, Silvio Ferri). Con queste motivazioni, nel 1990, la collezione veniva regolarizzata e riconosciuta sul piano del diritto da parte dello Stato, che la dichiarava “di eccezionale interesse artistico, storico e archeologico” (D.M. 27 luglio 1990) e il 12 agosto 2022 veniva donata allo Stato italiano per volontà degli eredi Sansone e come lo stesso Matteo Sansone desiderava. Pur essendo frutto dell’ampio fenomeno del collezionismo, attraverso i reperti della collezione, che mostrano un forte collegamento con il territorio, è possibile ripercorre la storia della Daunia e del popolo che occupò i territori della vasta area comprendente la Puglia settentrionale e l’area del Melfese, in Basilicata.
Percorso espositivo
La sezione 1, “La collezione e il territorio della Daunia” è dedicata al sito di Monte Saraceno, contesto fortemente identitario per il territorio da cui provengono alcuni materiali della collezione, tra cui i cosiddetti scudi litici con sostegno a colonnetta usati come segnacoli funerari delle tombe.
La sezione 2 è dedicata a “Le stele Daunie”, che riproducono schematicamente il defunto con la sua veste funeraria, riccamente decorata con gioielli personali, ornamenti o armi e costituiscono l’espressione artistica più caratteristica e originale dell’antico popolo dei Dauni.
La sezione 3, “La Daunia e l’Adriatico”, racconta attraverso i reperti della collezione i rapporti che i Dauni, già a partire dall’età del Bronzo finale, iniziano a intrattenere con la costa dalmata e l’area balcanica. Fanno parte della collezione Sansone alcune ambre provenienti da Monte Tabor e da Monte Saraceno, di particolare raffinatezza e pregio.
La sezione 4, “La produzione ceramica in Daunia”, comprende una ricchissima raccolta di ceramica geometrica daunia con forme in parte provenienti dai centri di produzione conosciuti di Canosa, Ascoli Satriano e Ordona. Nella stessa sezione ci sono due approfondimenti, uno sui vasi a figure rosse della collezione, prodotti nelle botteghe dei ceramografi apuli nella seconda metà del IV secolo a.C. ad imitazione della ceramica greca e l’altro sulle terrecotte architettoniche daunie provenienti da centri del territorio (Arpi, Lucera, Ascoli Satriano, Salapia, Cupola).
Nella sezione 5 “La Daunia nell’età ellenistica” sono raccontati i cambiamenti della società daunia dal IV al III a.C., attraverso la presenza di nuove produzioni ceramiche, a vernice nera, sovraddipinta monocroma, Gnathia, geometrico-floreale, policroma, che mostrano un’epoca di vitalità delle produzioni artigianali grazie alle influenze ellenistiche. Di particolare interesse la presenza di un frammento di terracotta con iscrizione in lingua osca che si sviluppa a partire dal IV sec. a.C. in funzione di scrittura “nazionale” dei popoli italici, diffusa tra i moderni Lazio, Campania, Molise e nella Capitanata fino al I secolo a.C.
Nell’ultima sezione 6, “La Daunia in età Romana”, vengono presentati alcuni reperti provenienti dalla villa romana di Agnuli (Mattinata).
Info e Contatti
Via Torquato Tasso 1, Mattinata, FG, Italia
Telefono: +39 3298487871
Email: drm-pug.museomattinata@cultura.gov.it
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